Mi chiamo Frank John Gilagiza, figlio di John Nkuzugwa Gilagiza e Moleni Bujiji Bazara, sono nato il 7 aprile 1990 nell'ospedale Maweni di Kigoma, in Tanzania. Sono il primogenito e dopo di me sono nati Mary John Gilagiza, Flora John Gilagiza e il nostro ultimogenito Damian John Gilagiza. Nel 1997, a sette anni, ho iniziato la scuola primaria che ho completato nel 2004. Riconoscendo la vocazione di Dio già in me e avendo superato l'esame di ammissione sono entrato nel seminario minore di San Giuseppe, poi scuola superiore di Kwiro; dopo questo periodo mi sono unito alla Casa di formazione diocesana “Santi Pietro e Paolo”, ma trascorsi sei mesi sono stato inviato seminario maggiore “Regina degli Angeli” di Kibosho in cui ho studiato durante i tre anni di filosofia prima di essere inviato al seminario maggiore “San Paolo“, che è un istituto teologico. Qui sono rimasto solo per poco, poi sono stato mandato al Collegio Internazionale Sedes Sapientiae dove ora sono nel terzo anno di teologia.
Come parte del programma di formazione, ogni anno trascorriamo due mesi estivi svolgendo attività pastorali in diverse realtà ecclesiastiche così da poter maturare molteplici esperienze che ci aiutano a crescere nel cammino verso il sacerdozio e che ci accompagneranno per tutta la vita.
Quest'anno sono andato a Fidenza e sono partito dal Collegio il 24 giugno. D’accordo con il mio formatore e con don Gian Emilio, il sacerdote responsabile della parrocchia che mi ha ospitato, durante la mia permanenza in questa parrocchia ho vissuto nel seminario maggiore diocesano, dove abitualmente mangiavo anche se alcune volte ho avuto il piacere di cenare con don Gian Emilio e sua mamma Mariolina. La parrocchia, dove ho prestato servizio, dista circa dieci minuti di bicicletta dal seminario dove ero ospitato.
Le attività della giornata iniziavano alle 8.45, ora in cui i giovani, che partecipavano alle attività del dopo-scuola proposte dalla parrocchia, arrivavano in oratorio e iniziavano a giocare a diversi sport tra cui calcio, pallacanestro, pallavolo e ping-pong; il tutto era accompagnato dalla musica. Alle 9.00 circa suonava la campana della preghiera che richiamava tutti i giovani attorno al sacerdote che predicava il Vangelo del giorno aiutandosi con immagini per facilitare la comprensione dei ragazzi, quindi si concludeva il momento di preghiera con un canto adatto. A questo punto ciascuno dei ragazzi si recava nell’aula che era stata assegnata al gruppo di cui faceva parte per fare i compite delle vacanze; io ero assieme ai ragazzi delle medie e li aiutavo con i compiti di inglese, matematica e storia. Al termine di quest’attività c’era una bella merenda e poi si continuava la mattinata con vari giochi tra cui il ping-pong a cui abitualmente partecipavo.
Dopo pranzo ci si trovava in oratorio per le 15.30 e io aiutavo nella pulizia delle aule utilizzate per le attività della mattina, dopo di che andavo in sacrestia per sistemare il necessario per la celebrazione dei vespri e del rosario quotidiani.
Alla sera, quando cenavo in oratorio, finita la santa Messa, mi fermavo a parlare con i ragazzi che si trovavano lì e discutevamo anche di questioni che riguardano più da vicino la vita della Chiesa, per esempio abbiamo discusso della triste vicenda che ha visto protagonista il giovanissimo Charlie e la sua famiglia. Erano occasioni favorevoli per chiarire loro alcuni aspetti dell’insegnamento della Chiesa e mostrargli la bellezza e la necessità di vivere cristianamente anche partecipando assiduamente alla Messa domenicale. Infine, prima di tornare in seminario, controllavo le stanze dell’oratorio per assicurarmi che nessuno avesse dimenticato nulla.
Le mie attività non si esaurivano in oratorio, ma consistevano anche nell’aiutare il parroco per la celebrazione dei sacramenti. Infatti il sacerdote a cui sono stato affidato aveva la cura di cinque parrocchie San Michele, San Petro, San Lazaro, Coduro e Santa Anna. Perciò il sabato sera ci recavamo a San Pietro dove celebravamo i Vespri e la santa Messa; domenica mattina passammo a Coduro, poi a Bastelli per la santa Messa delle 10, quindi tornavamo in oratorio per la Santa Messa della parrocchia alle 11; alla sera di nuovo a San Pietro. Accompagnavo il parroco anche quando portava la santa Eucarestia ai malati nelle loro case.
Non è mancato neppure il lavoro manuale dal momento che alcune volte ho aiutato i muratori nei lavori di riparazione della chiesa. Ho anche potuto partecipare alla preparazione dell'arrivo del nuovo Vescovo di Fidenza, prendendo parte alla sua ordinazione episcopale a Brescia e accogliendolo assieme a tutta la parrocchia di sant’Anna, una di quelle affidate a don Gian Emilio, in occasione della sua prima visita.