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La festa per il 25° anniversario con gli antichi alunni


Unforgettable, il titolo del celebre brano musicale scritto da Irving Gordon, può servire per descrivere la festa con gli antichi alunni celebrata al Sedes domenica 6 marzo, ma esprime anche bene i sentimenti che accomunano i tanti seminaristi passati per il nostro collegio: l’esperienza “Sedes Sapientiae” è veramente indimenticabile.

La festa è cominciata nel miglior modo possibile, con la Santa Messa concelebrata nella chiesa del collegio. Don Julio e il diacono portavano i paramenti rosa propri della domenica Laetare, mentre i restanti sacerdoti indossavano la quaresimale pianeta viola. Il coro, sotto la guida di Roderich Teriote (Filippine), si è dimostrato capace di tenere alto il livello musicale, nella tradizione sempre mantenuta nel Sedes. Il diacono era il Rev. Jean du Parc, francese, antico alunno ma recente, poichè era ancora con noi l’anno scorso. Altri quattro diaconi hanno seguito la cerimonia dalle prime file, riservate ai chierici.

L’omelia di Don Julio è iniziata con un incisivo commento del Vangelo della Domenica, la parabola del figlio prodigo, come sappiamo tra le più belle e commoventi del Vangelo, e particolarmente adeguata nell’Anno della Misericordia in cui ci troviamo. Il rettore aveva già ricordato, dopo il saluto iniziale, i tanti vecchi alunni che sarebbero stati felicissimi di venire a Roma per condividere quest’Eucaristia e tutto il giorno festivo con noi, ma per i quali non è stato possibile per diversi motivi sia economici sia di lavoro pastorale. Comunque, si trovavano ben uniti con noi spiritualmente nella comunione dei santi, che in questa giornata si può dire che abbiamo sentito in un modo del tutto speciale.

Dopo la Santa Messa, tempo per parlare, tirar fuori i ricordi, godere della compagnia di buoni amici... Mezz’ora prima del pranzo, ci siamo recati al salone grande e abbiamo visto un video di vecchia data, ma che molti dei presenti non conoscevamo: un reportage sui lavori di ristrutturazione realizzati alla fine degli anni novanta nell’antico Conservatorio di San Pasquale, attuale sede del nostro collegio. E’ stato veramente interessante e ci ha aiutato a valutare di più il Sedes non solo dal punto di vista dell’insieme dei rapporti personali qui tessuti, ma anche dal versante storico e artistico.

Pranzo buffet. Molto ben preparato dalle Missionarie Catechiste di Santa Teresa del Bambino Gesù, che portano avanti l’amministrazione materiale del Collegio. Grazie di nuovo a loro e alle loro collaboratrici. Alla fine, il limoncello casareccio regalato dai genitori di Alessandro Flamini, nonché quello elaborato artigianalmente da don José con i limoni che crescono nel cortile delle tartarughe hanno avuto grande successo, sempre nei limiti di una salutare sobrietà, naturalmente.

Dopo il pranzo, visita al Santissimo nella chiesa. Poi, di nuovo al salone grande, per la tertulia, che è stata veramente famigliare e simpatica. Il Rev. Jean du Parc (il cui diaconato include anche il servizio di far divertire i fratelli) e Deneys Willianson, del Sudafrica, hanno coordinato i diversi interventi: come prima cosa, una presentazione con più di 400 foto che riassumevano la storia del collegio dal 1990 a oggi. Abbiamo visto, tra molte altre cose, la prima Messa celebrata dal beato Álvaro del Portillo nella prima sede di via Federico Patetta, le visite successive sia dello stesso beato Álvaro sia del suo successore Mons. Javier Echevarría; la prima ordinazione al Sedes, con Mons. Tauran. Il primo alunno ordinato sacerdote, da san Giovanni Paolo II: Don Rubén Darío Ruiz Mainardi (Argentina). I primi due vescovi già studenti del Sedes: Don Jozef Halko (Slovacchia) ed Don Eduardo Castillo (Ecuador). Foto, foto e foto: l’evoluzione della capigliatura di Fr. Paul, immagini inedite di quando Don Vito faceva gite, i successivi rettori del Sedes: Don Pedro, Don Juan Carlos, Don Julio. Nonché foto di visitanti illustri, in gran numero, e altre immagini, tante volte divertenti, della vita quotidiana nel seminario.

Giusseppe (Vietnam) ha suonato magistralmente al pianoforte Nuvole bianche, di Ludovico Einaudi. Don Pablo Gefaell, Deneys e tre seminaristi filippini (Roderich, Daryl e Jairuz) hanno cantato una canzone in spagnolo, con chitarre e il suono inconfondibile della bandurria, strumento popolare in Spagna e nelle Filippine. Poi abbiamo visto un video sul Sedes elaborato dai seminaristi, sotto la guida di Jomish John (India), che ha vinto un molto disputato concorso nel quale partecipavano i quattro gruppi del Collegio.

Ma la cosa più bella di questa tertulia sono stati gli interventi degli antichi alunni e formatori. Spontanei. A braccio. Col cuore nella mano. A tratti divertenti, a tratti commoventi. Ha aperto il fuoco Don Riccardo Russo (Italia), l’antico studente di più vecchia data tra quelli che sono potuti venire, metà degli anni novanta; poi ha parlato Don Winfried Köning (Germania), con una punta d’umorismo descrivendo l’avventura di prendere il bus ogni mattina a Roma; Fr. Paul ha fatto qualche considerazione escatologica; Fr. Scott Borgman (Stati Uniti) ha raccontato, come al solito molto bene, una barzelletta; Don Iñaki ha dissertato lungamente con grande affetto raccogliendo come sempre l’ovazione del pubblico; Don Drago ha aggiunto una buona dosi di entusiasmo; Don Luis Felipe Navarro si è concentrato sull’amicizia; Alessandro Flamini ha parlato piuttosto poco, per quello che sono i suoi standard; Don Sergio Tapia e Don Javier Canosa hanno sottolineato, ringraziando, quanto ricevono e imparano i formatori e direttori spirituali dai seminaristi; Don Olivian Filip ha mostrato la sua solida autenticità per raccontare le sue prime impressioni all’arrivo al Sedes e le successive riflessioni; Don Jorge Tong, preciso, breve, chiaro, si è riferito alla dimensione di famiglia; Don Julio ha chiuso i discorsi con la parola finale del rettore, incoraggiandoci a prendere slancio pensando al futuro. Presto offriremo un riassunto di questi interventi e dei messaggi che ci sono arrivati negli ultimi mesi in un’altra sezione di questa pagina.

Fine della tertulia. Termina la festa. Tutti gli antichi alunni presenti ricevono il crocefisso che abbiamo coniato per commemorare il 25° anniversario. Saluti. Abbracci. Sono stati momenti molto belli. Ci sentiamo più uniti tra tutti noi e senz’altro più vicini a tutti gli antichi alunni che lungo i suoi primi 25 anni sono passati per il Sedes Sapientiae.

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