Quattro seminaristi del Sedes Sapientiae hanno vissuto quest'anno la Settimana Santa in un modo particolare, collaborando nel lavoro che da molto tempo svolge a Roma la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, più conosciuta sotto il nome di Opera Don Calabria.
San Giovanni Calabria fu un sacerdote italiano, che fondò all'inizio del ventesimo secolo questa congregazione composta da sacerdoti e fratelli e quella parallela delle Povere Serve della Divina Provvidenza, con la finalità di vivere e portare nel mondo la fede in Dio Padre e la fiducia nella divina Provvidenza, dedicandosi ai più poveri e agli emarginati.
Lasciamo adesso la parola a Roberto, uno dei seminaristi, che ci racconta la sua esperienza:
«Pregavamo gli uffici con i religiosi, e partecipavamo alla Messa con loro nella parrocchia vicina gestita dalla Congregazione. Poi, cominciava il lavoro nella mensa e nelle case di accoglienza per persone in difficoltà.
Alla mensa, s’iniziava alle nove e si lavorava fino alle quattro del pomeriggio. Si accoglieva la gente che veniva, spesso persone senza tetto né famiglia. Si serviva la collazione, durante la quale si doveva anche gestire la fila d'attesa per le docce. Poi si sistemava tutto e si puliva, aspettando che tornassero per pranzo. Questo era servito in un ambiente allegro, che permetteva di chiacchierare con molti. I pasti erano buoni e le persone erano grate, si sentivano ben trattate.
Un altro seminarista lavorava in una casa per persone disabili. Lì si prendono cura di loro, e collaborare nel lavoro è un’opportunità per imparare ad amare con affetto e attenzione. Anche gli altri, oltre a lavorare nella mensa, dedicavamo tempo a dare una mano in una struttura per persone con una disabilità meno grave.
Ciò che mi ha colpito di più è comprovare come i religiosi di Don Calabria siano riusciti a creare un ambiente di famiglia e di gioia tra persone che patiscono dei problemi gravi, sia economici sia di salute».